LA VENDEMMIA 2022 DI ÔMINA ROMANA
di Maria Carla Magni
Quest’anno la vendemmia è iniziata con anticipo rispetto alle annate precedenti a causa della forte e intensa ondata di caldo che ha influenzato una maturazione precoce delle uve rispetto al loro ciclo naturale, così come accaduto in molte zone d’Italia.
Questo fattore ha comportato una pre-vendemmia già nella prima decade di agosto, anziché a fine agosto ed inizio settembre come è stata abitudine negli anni passati.
La prima raccolta è avvenuta sulle uve del Merlot rosato le cui caratteristiche necessitano di un’uva in maturazione precoce che riesca a mantenere il giusto equilibrio tra acidità e freschezza e anche per garantirne il suo aroma floreale, peculiarità richiesta per il nostro rosato.
La raccolta è proseguita con le uve dello Chardonnay.
Tutte le uve arrivano immediatamente dopo la loro raccolta in cantina nel reparto così chiamato di “ricezione uve”: l’uva viene fatta cadere dalle vasche del trattore direttamente sul nastro vibrante della prima cernita fino ad arrivare ai rulli che separano le piccole impurità dagli acini.
Questo passaggio permette di ottenere una massima selezione meccanica dei migliori acini.
Infine viene utilizzato sempre per tutte le qualità delle uve, in arrivo dal nastro di cernita, il ghiaccio secco in modo che possa creare il cosiddetto shock termico: una procedura vincente da sempre utilizzata nel primo trattamento delle uve in cantina.
La vendemmia è proseguita con le uve del Viognier che, insieme al Cesanese, risulta essere la qualità più esigente e che, anche in questo caso, si è presentata con una maturazione più originale del solito e che ha richiesto una raccolta veloce.
E’ utile ricordare che una annata così calda e segnata dalla mancanza di piogge ha portato quale unico beneficio il risultato di avere delle uve perfettamente sane e quindi molto sostenibili, ciò significa che sono stati evitati alcuni trattamenti fitosanitari.
Fortunatamente le uve arrivate in cantina sono apparse già selezionate in modo naturale e gli acini stessi si sono mostrati nitidi e puliti, senza foglie o verde che potessero sottrarre benefici alla loro fermentazione.
Mentre per quanto riguarda il passaggio di riempimento nelle barriques, come sempre, avviene con molta cura e attenzione per non permettere all’ossigeno di entrare all’interno della barrique e per evitare ossidazioni del mosto.
- Alessio riempie la barrique con lo CHARDONNAY -
Per esempio è stato interessante vedere il primo mosto del Bellone, altra varietà autoctona insieme a quella del Cesanese, e pigiato prima di entrare nella vasca, che denota già il suo colore giallo brillante quale dimostrazione dell’integrità degli acini di origine.
Il Bellone andrà in una percentuale di circa 20% a formare il blend della nostra etichetta Hermes bianco insieme alle altre percentuali con Viognier, Incrocio Manzoni e Petit Manseng.